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martedì 31 agosto 2010

Parking extravaganza

Leggo con malcelato interesse un post di un mio caro amico che non so bene chi sia che partendo da una foto scattata dalla finestra di casa propone alcune spiegazioni sul perché un uomo o una donna dovrebbero parcheggiare l'auto in quel modo.
Personalmente trovo appropriata l'ipotesi numero 3. Anche io, nella via in cui ho l'ufficio, un giorno in cui non trovavo posto tra le righe blu, ho parcheggiato in spudorato divieto si sosta. Nel corso della giornata si sono palesati i multatori dell'ATM (a Milano sono loro responsabili delle strisce) che hanno elevato contravvenzione a coloro i quali erano parcheggiati irregolarmente tra le righe blu. Ma non a me in divieto di sosta. Pare infatti che dei divieti di sosta sia responsabile la vigilanza urbana.

Comunque sia, anche nella casa in cui abito viveva un tale che parcheggiava sempre in seconda fila. Anche quando c'era nessuno in prima fila. Nemmeno in agosto, unica auto parcheggiata nella via, oltre la mia. Conoscendo, ahimè, il tipo, propendo per una spiegazione più prosaica del fenomeno. Secondo me egli faceva questo semplice ragionamento: "se parcheggio in prima fila, metti che poi arrivi un coglione come me che mi chiude.... Sono mica fesso io... Parcheggio in seconda fila così i coglioni come me hanno pene per i loro denti."


Inoltre parcheggiava sempre sul lato destro. Una volta sola l'ho visto in seconda fila sul lato sinistro. Ma secondo me era convinto di avere parcheggiato in terza fila sul lato destro.

lunedì 30 agosto 2010

Architettonicamente parlando

L'altro ieri ho visitato un paesino la cui via principale era costellata di pregevoli esempi di edifici in stile neomerdoso.

mercoledì 18 agosto 2010

Spazi delimitati da righe gialle

Oggi non stavo tornando dal mare. Ciononostante viaggiavo sulla Genova Milano, ed essendo la mezza passata da un pezzo, ho sostato ad un Autogrill per rifocillarmi. Camogli - non per piaggeria nei confronti della Genova Milano, sia chiaro - spremuta d'arancia, macedonia e caffè. Menu Telepass (Premium), la miseria di sei euri.


Nell'area prospiciente l'entrata del locale vi è spazio per 6 vetture. Quattro spazi delimitati da righe bianche, due da righe gialle. Uno solo, bianco, occupato da altro veicolo. Potendo scegliere ho parcheggiato il mezzo nello spazio (bianco) che prospicieva esattamente la porta. A questo punto è facile calcolare che rimanevano disponibili due spazi bianchi e due gialli.
Arriva un piccolo veicolo, che per comodità chiameremo "piccolo 4x4" guidato da un giovane uomo, il quale si infila senza tentennamenti in uno degli spazi gialli. D'istinto osservo il parabrezza e noto che con disinvoltura estrae il tagliando da disabile dalla tasca della portiera per esporlo sul parabrezza. Scende, chiude e si avvia con passo spedito verso l'ingresso.

Potrò sbagliarmi, ma mi è sembrato il buona salute, addirittura in un discreto stato di forma, direi.

Esce, sempre con passo spedito, sempre in buona salute, sempre in discreto stato di forma, direi, risale sul piccolo 4x4, ripone il tagliando nella tasca della portiera e si avvia felice verso nuove entusiasmanti avventure.

Potrò sbagliarmi, ma mi ha dato tanto l'impressione di essere uno di quei coloro i quali dispongono del prezioso tagliando perché di tanto in tanto offrono un passaggio a un parente stretto titolato all'uso (altrimenti perché conservarlo nella tasca della portiera e non applicarlo stabilmente sul parabrezza?). Poi, giacché la carne è debole, perché non approfittare di questo piccolo privilegio, se se ne presenta l'occasione?

E' qui che vado in bestia. La disabilità (di qualcun altro) che diventa un mezzo per ostentare un diritto acquisito, un privilegio (altrimenti, perché non parcheggiare in uno dei due spazi bianchi liberi, uno dei quali, incidentalmente, ben più vicino alla porta d'ingresso?). Sono certo che se avessi avuto il tempo la voglia la possibilità di riprenderlo mi avrebbe risposto qualcosa del tipo: "Ne ho diritto, in fondo sono solo due minuti, e poi mica ho rubato il posto a nessuno, vedi forse la coda di disabili in attesa di parcheggiare, che palle, quante storie, ci son cose ben più importanti di cui preoccuparsi, ma perché non ti fai gli affari tuoi?"

Infatti, è successo nulla, non c'era la coda di disabili, sono stati solo due minuti e ci sono cose ben più importanti. Ma come osservava saggiamente la mia signora, a uno così in due minuti gli hai fatto la radiografia, sai tutto della sua vita e di come la pensa, senza nemmeno bisogno di rivolgergli la parola.

Io, per dire, uno così non lo assumerei mai.