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mercoledì 27 aprile 2011

Genitori cretini o cretini tucur?*

Appunto!!!
Con riferimento al post di tre giorni fa sui genitori cretini
Il premio mavadaviaiciap va' dell'anno viene assegnato senza colpo ferire a Gianni Silvestri, direttore organizzativo della Fidene, la squadra i cui supporter  (spiego a favore di chi non avesse voglia di leggere l'articolo linkato) si sono distinti per la vivacità del tifo durante il torneo internazionale di Jesolo (non Cesenatico), il quale ha dichiarato "Hanno insultato l'arbitro come accade dovunque, da sempre. Chi non gli ha mai detto cornuto?"
Da domani si mette in paio il premio 2012.

* tucur scritto così è una licenza

domenica 24 aprile 2011

Genitori piuttosto cretini, doping e bari

La Gazzetta si inizia a leggere dal fondo (e non intendo lo sci nordico). In particolare il sabato, quando la rubrica delle lettere si chiama Non Solo Calcio ed è curata da Fausto Narducci, Uno che di sport ci capisce e corre le maratone; ma avendo deciso di scrivere di atletica e di pugilato, difficilmente diventerà direttore.

Una delle lettere, oggi, raccontava di una partita di volley giovanile - moolto giovanile, direi infantile - giocata a Lodi e terminata in rissa. Scatenata dai genitori dei ragazzi di una delle due squadre non contenti di una decisione arbitrale e con la fattiva partecipazione dell'allenatore e di un paio di ragazzette. Episodi come questi un po' mi amareggiano, un po' mi fanno incazzare. Ma purtroppo non mi stupiscono più di tanto. In un Paese in cui i genitori giustificano qualsiasi nefandezza compiuta dai loro figlioletti, ne prendono le difese al di là di ogni ragionevolezza - anziché coprirli di mazzate - e denunciano gli insegnanti che osano riprenderli, cosa dobbiamo spettarci quando questi stessi genitori si spostano sui campi di gioco?

Altre due lettere erano dedicate al doping. Una iniziava così: A parte il fatto che assumere quelle sostanze fa molto male alla salute ...
E qui la riflessione deve essere per forza più articolata. A me questa scelta di far passare la lotta al doping attraverso i rischi per la salute non ha mai convinto più di tanto. Sul rapporto doping-salute ho le mie idee ma non penso sia il caso di esporle qui. Ma stabilire che il doping debba essere punito in quanto rischioso per la salute, equivale ad ammettere che chissenefrega dell'aspetto etico. Ad esempio. O ad ammettere che l'etica è argomento troppo debole per sconfiggere il doping, il che francamente mi preoccupa ancora più del doping stesso.
Il doping preferisco vederlo come una scorciatoia, non molto diversa dalle tante scorciatoie che molti sono tentati di prendere nella vita. Con l'aggravante che lo sport non lo ha ordinato il medico di farlo, in genere.

Posta così, non vedo, nello sport, molta differenza tra l'assumere sostanze e mettere la palla in rete con la manina (di Dio). Come non vedo, più in generale, molta differenza tra il doparsi nello sport e "barare" per  perseguire vantaggi illeciti o semplicemente non dovuti nella vita; ad esempio "imbrogliare" nel lavoro per fare carriera e guadagnare più denaro.

Lo sport lo si pratica, nella maggioranza dei casi, in età giovanile e spiegare a un giovane, sottoposto a una infinità di sollecitazioni che gli presentano la fama, il successo e il denaro come obiettivi a cui tendere, che non deve barare perché potrebbe fargli male, porta come conseguenza che poi, terminata l'attività sportiva, potrà tranquillamente barare. Tanto, ad essere figli di cane in un ambiente di lavoro (o anche accedere al centro cittadino su un'auto col contrassegno da portatore di handicap senza averne diritto; oppure ottenere un  lavoro grazie a una raccomandazione o alla cessione temporanea di parti del corpo) non è che la salute ne risenta.
Forse e sottolineo forse sarebbe più opportuno insegnare ai giovani che i motivi per cui non si dovrebbe barare sono altri. Ad esempio che senza bari vivremo probabilmente tutti in un mondo più vivibile.

martedì 19 aprile 2011

Patenti serpenti

Devo rinnovare la patente. Operazione che dovrebbe essere tutto sommato semplice, lineare, non presentare imprevisti e complicazioni.
Dovrebbe. Nel senso: la mia un tempo era una di quelle patenti che si chiamavano "B limitate" (ora sembra si chiamino "patenti speciali") e per il rinnovo ho sempre dovuto presentarmi alla Motorizzazione, prima e alla Commissione Medica Provinciale poi. La quale mi ha sempre carinamente concesso il rinnovo, a volte per cinque anni, a volte per due, a volte per dieci. Perché? Boh!

Nel frattempo la limitazione di un tempo è scomparsa. In effetti non aveva molto senso un divieto di condurre veicoli a più di 150 km/h quando il limite per tutti è 130.

Al momento del penultimo rinnovo mi è stato rilasciato un duplicato che indica l'obbligo di guida con lenti. In occasione dell'ultimo mi hanno scritto "nessuna prescrizione". Meglio, ho pensato allora.

Arrivato il momento del rinnovo, mi è sorto un dubbio. Dove dovrò recarmi per la visita medica? Commissione Medica Provinciale? Asl? Agenzia di pratiche auto? Il mio oculista di fiducia? Un falsario? L'Inail?

Ho chiesto in giro, esponendo ogni volta nei particolari il mio particolare problema:

  1. Agenzia pratiche auto #1. Se vuole può andare alla Commissione Medica ma ci vuole più tempo e la patente lì gliela rinnovano. Oppure lo fa da noi, il medico è in sede giovedì, ma gliela dobbiamo fare nuova, sì insomma un duplicato. Ne abbiamo fatta una anche la settimana scorsa. Costo? 130 euro. E alla Commissione? Lì sarà sui 70-80.
  2. Agenzia pratiche auto #2 (e delegazione Aci). Non ci sono prescrizioni per cui deve fare un normale rinnovo Il medico c'è lunedì e giovedì, lei viene qui senza bisogno di appuntamento, fa la visita e poi le arriva a casa lo sticker. Quindi non ne viene rilasciata una nuova? Ma no, si figuri! Costo? 84 euro, compresa la visita.
  3. Agenzia pratiche auto #3. Eh no, la sua adesso, non avendo prescrizioni, è una patente normale, ma siccome ERA limitata, deve continuare a fare la visita per il rinnovo presso la Commissione Medica Provinciale. E comunque, il medico, da noi, c'è il giovedì.

Da una ricerca sul web, pare che i possessori di patenti speciali debbano sempre recarsi innanzi la Commissione. Pare. Ma non si trova il caso di patente speciale senza prescrizioni. Secondo alcune interpretazioni, addirittura, la prescrizione si riferirebbe non alle lenti o simili ma alle modifiche da apportare eventualmente al veicolo. Che mi sembra una vaccata dato che sullo sticker le parole "Nessuna prescrizione"  si trovano nella stessa posizione in cui nello sticker precedente si trovano le parole "guida con lenti". Pare anche che le patenti speciali siano quelle che richiedono modifiche del veicolo. Pare.

Penso che domani andrò a fare visita alla Commissione, ma qualcosa mi dice che riceverò una risposta ancora diversa.
Qualche suggerimento?
Nel frattempo non posso non domandarmi. Ma perché i medici sono sempre in sede il giovedì?

venerdì 15 aprile 2011

Trentotto, più o meno uno

All'Agenzia delle Entrate (che Dio l'abbia in gloria) hanno evidentemente una particolare predilezione per il numero 38 (+/- 1).
Dopo avere dichiarato poche settimane fa che "l'evasione in Italia è al 38%", oggi ha annunciato il crollo del canone Rai: -37,5% nei primi due mesi dell'anno rispetto allo stesso periodo del 2010. L'incasso, dice l'Agenzia, è stato di 938 milioni di euro (di nuovo il 38), 562 meno dello scorso anno.

Poiché un simile crollo mi pare assai improbabile (la Rai infatti si è affrettata a smentire dicendo che, anzi, tra gennaio e febbraio ha incamerato 15 milioni più dello stesso bimestre 2010) ho la sensazione che qualcuno abbia fatto un po' di confusione. Ad esempio considerando per il 2010 gli incassi di un periodo un po' più lungo di due mesi. 1500 milioni nel gennaio-febbraio 2010 contro un valore per tutto il 2009 di 1629,7 (dato tratto dal bilancio Rai comprendente solo i canoni dell'esercizio 2009 ma non quelli degli anni precedenti riscossi "in via coattiva")? Mmmmhhh!

Ma è solo un'ipotesi. La spiegazione  più probabile credo sia che all'Agenzia delle Entrate devono avere un software programmato per produrre, qualunque insieme di cifre gli sia data in pasto, un risultato pari a 38% (più o meno 1).

Dirò di più. Qui ce n'è abbastanza per elaborare una tesi complottista. Sommate la prima e la seconda coppia di cifre dei milioni di euro di ricavi del 2009, aggiungete 2 e sottraete 9 (gli zeri, lo dice la parola stessa, non contano). Risultato? 38.
E nella smorfia il 38 cosa indica? 'E mazzate!!!
Non vi basta ancora? Guardate qui.

Non ho dubbi. Non può essere un caso.

lunedì 11 aprile 2011

Quanto vale la borsa?

Poniamo che sei una signora e te ne stai andando in giro a fare le tue cose, con la tua borsa, che contiene tutte le cose che si trovano normalmente nella borsa di una signora. Che mediamente sono parecchie. Alcune ne hanno anche di più.

Poniamo che te la rubino.

Inutile sottolineare che è una seccatura. Per dire, solo per sostituire le serrature a casa e in ufficio e fare la copia delle nuove chiavi per tutte le persone che le devono avere se ne vanno 800 euri. Poi c'è il telefono, un nuovo smartphone, comperato tre settimane prima. Gli occhiali, da sole e per leggere. Le carte da bloccare, gli assegni idem, i documenti da rifare, la serratura dell'auto. Le ore perse per bloccare tutto, denunciarlo, tornare a ridenunciarlo perché i numeri degli assegni rimasti nel libretto non li ricordavi a memoria, rifarlo. La borsa e il portafogli, vorrai ricomperarli?

Certo hai la magra soddisfazione che il telefono è stato bloccato abbastanza rapidamente, per cui il ladro, a meno che non sia riuscito a rifilarlo a qualcuno al semaforo nella prima mezzora, ha in mano un pezzo di plastica. del quale può tuttalpiù recuperare la batteria.

Malgrado la soddisfazione il danno complessivo, se non  vogliamo considerare le ore perse, si aggira probabilmente tra i 1.500 e i 2.000 euro. Anzi tra i 1.560 e i 2.060. Perché nel portafogli c'erano anche 60 euro in contanti, Che alla fin fine per il ladro sono l'unico utile.

Un rendimento bassissimo dal punto di vista del ladro, un danno spropositato per la derubata
E' una sciocchezza sotto tutti i punti di vista. Un controsenso.

Un ladro furbo, per dire, si avvicinerebbe  alla vittima e le direbbe "se non mi dai subito 100 euro, ti porto via la borsa". La signora fa due rapidi calcoli, consegna i 100 euro, al limite, se non li ha, vanno assieme a fare un bancomat e in tre minuti, bon, finisce tutto. Il ladro si è guadagnato la mezza giornata, la signora risparmia un bel gruzzoletto e si evita di intasare i commissariati con denunce delle quali, tanto, frega niente a nessuno.

Ma mi spingerei anche oltre (siamo o non siamo il Paese che ha inventato la minimum tax?). Sarebbe sufficiente che lo Stato o chi per esso (lo farei io, ma non ho tutti gli indirizzi) raccogliesse da ogni nucleo familiare un centinaio, suppergiù, di euro l'anno e li distribuisse equamente ai ladri. Se poi volesse complicarsi la vita, lo Stato o chi per esso, si potrebbero anche elargire dei bonus a quelli più abili o aumentare l'importo sulla base dei familiari a carico. A occhio e croce sarebbero un paio di miliardi di euro all'anno, i ladri vivrebbero un gran bene, probabilmente meglio di quanto gli riesca ora e si risparmierebbero un sacco di seccature alla gente che ha altro da fare.

Al limite, ma proprio al limite, per i ladri che il furto ce l'hanno nel DNA e si immalinconiscono a cincischiare tutto il giorno al bar, col rischio di frequentare cattive compagnie, si potrebbero costituire apposite Riserve di Furto. Le vedo così. Il cittadino (non ladro) all'ingresso nella riserva ritira dall'apposito casellante del contante, una Nikon, un iPod, un paio di Nike o quel che più gli aggrada e se ne va in giro per la riserva fino a che il ladro non glielo ruba. Volendo si può aggiungere anche un minimo di sceneggiata, urla, inseguimenti, cose così. Ma tutto ben regolamentato. Addirittura il cittadino potrebbe anche essere disposto a pagare qualcosa per il divertimento, immagino.

Poi, non lo vogliono fare, non lo facciano. Andiamo avanti così!

lunedì 4 aprile 2011

Evasione al 38 percento? Ma dai!!

Ieri il Corriere (e oggi ne hanno parlato e scritto molti altri) sparava in prima pagina un bel titolone ad effetto "Fisco, evasione al 38%". Da quel che si capisce il dato è stato reso noto apposta per celebrare la nascita del  nuovissimo database dell'Agenzia delle Entrate, Dbgeo, che incrocia, analizza e aggrega dati provenienti da diverse fonti per scovare le aree di evasione e svolgere altre funzioni socialmente utili

38%, dicevamo. Opparblò. Mica bruscolini. Io, per quelle due tre cose che so di conticini, percentuali e italiano, intuisco che - in media - ogni contribuente italiano dichiarerebbe al fisco solo il 62% dei suoi redditi. OGNI contribuente italiano. Oppure, sempre per via di quelle due tre cose, potrei intuire che su 100 italiani, 62 pagherebbero tutte le tasse dovute, mentre 38 non verserebbero un euro. Comunque li si voglia leggere, mi sembrano valori piuttosto alti, non credibilissimi.
Dall'articolo però le cose sembrano stare diversamente: Il contribuente italiano medio evade infatti solo il 17,41%, Il 38% salta fuori eliminando dal computo tutti i redditi tassati alla fonte. Quindi è il 38% degli imprenditori, liberi professionisti, artigiani, commercianti che non paga le tasse. Te pareva.

Ma, dice l'articolista (e non so se sia farina del suo sacco o la cosa fosse scritta sul comunicato stampa dell'Agenzia delle entrate), il contribuente italiano medio (imprenditori, commercianti, ecc) evaderebbe 38,41 euro ogni 100 versati (attenzione, versati, non dichiarati) al fisco.
Che, diciamolo, è un modo un po' bislacco di misurare l'evasione, come pure qualunque altra cosa misurabile. Solo un modo come un altro? Mica tanto. Se, per dire, dietro ogni 100 euro versati al fisco ve ne fossero 100 "evasi", il titolone dovrebbe essere "Evasione al 100%". Il che evidentemente non ha senso.

Il modo corretto di presentare il dato dovrebbe essere questo.
Se il nostro ricco imprenditore/evasore per ogni 100 euro di imposte pagate non ne paga 38, 41, significa che la sua imposta teorica sarebbe di 138,41, dei quali ne versa però solo 100. Pari al 72,25%. Pertanto  il titolo dovrebbe essere "Evasione al 27,75%". Sempre abbastanza alta, ma 27,75 è ben diverso da 38.

A questo punto sorgono spontanee due domande.
  1. come diavolo viene calcolato il reddito presunto di un Paese dal quale viene ricavata la percentuale presunta  di evasione?
  2. perché i dati vengono presentati in modo che l'evasione appaia più alta del reale?
Per rispondere alla prima domanda (che mi pongo da tempo) mi rifaccio allo stesso articolo. Il magico Dbgeo incrocia infatti 50 indicatori di tipo economico, sociale, demografico, finanziario, ne segue l'evoluzione e li compatta di otto dimensioni. Fantastico. E poi ci sono i dati Istat. Ancora più fantastico.
Ma dallo stesso Corriere di ieri apprendo che i signori Dolce e Gabbana sono stati assolti dall'accusa di "frode ai danni dello stato e infedele dichiarazione per circa un miliardo di euro". Notizia che mi lascerebbe indifferente se non fosse per il fatto che 1. a suo tempo erano stati dipinti come gli evasori del secolo, 2. che l'accusa era di avere venduto a 100 merci che il fisco presumeva valessero 300, reclamando pertanto le imposte sui 200 di differenza (mai incassati in realtà). Potrei avere capito male, ma se le cose stanno così è difficile commentare senza cadere nel turpiloquio.

Veniamo alla  seconda domanda.
Credo che ciò abbia a che fare col desiderio di dimostrare quanto sul serio venga condotta la lotta all'evasione e - di riflesso - a creare il terreno a nuove pesanti contromisure.
Mi spiego. Se passa il concetto che il 27,75% per cento degli imprenditori (commercianti, liberi professionisti, ecc) non paga una lira di tasse, questo 27,75% bisogna andare a stanarlo. Cosa peraltro non difficilissima. Sarebbe sufficiente bussare a 4 porte a caso e uno lo si becca. Ma soprattutto bisognerebbe ammettere che l'altro 72,25% è rappresentato da persone per bene, che paga tutto fino all'ultima lira, proprio come i pensionati e i dipendenti. Ma credo che ciò a molti non riuscirebbe facile

Se invece l'idea è che TUTTI gli  imprenditori (artigiani, commercianti, ecc) non pagano le imposte sul 38,41% dei loro redditi, allora c'è un'intera categoria (i non pensionati/dipendenti) che può (deve) essere criminalizzata in toto e la soluzione è ancora più semplice. E' sufficiente sparare nel mucchio, introducendo una nuova imposta, aumentando qualcuna di quelle esistenti, riducendo qualche detrazione, complicando le cose. Ottenendo il duplice scopo di incassare qualche quattrino e placare la sete di sangue dei "contribuenti onesti". Proprio come è stato fatto più volte negli ultimi anni. Esempi?
  • La percentuale di detraibilità dell'auto per uso promiscuo passata dal 50 al 40%
  • L'Irap, che fu presentata come una imposta per fare finalmente pagare (almeno) una tassa a tutte quelle aziende che con artifici di varia natura (tutti leciti, per carità) riuscivano ad azzerare gli utili e di conseguenza le tasse. Grazie tante, per queste aziende l'Irap è l'unica tassa, per le altre, quelle che non possono approfittare di tali artifici, è semplicemente una tassa in più (particolarmente onerosa per le società di servizi per le quali il costo maggiore è quello per il personale)
  • La percentuale di detraibilità dei costi di telefonia mobile passata dopo lunghe attese dal 50 all'80%. Mossa intelligente e sensata. Certo, accompagnata però dalla contemporanea riduzione dal 100 all'80% dei costi di telefonia fissa.
Resto pertanto in trepida attesa.