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martedì 28 settembre 2010

Chi non va per negozi non sa cosa si perde

Mica quelli sfavillanti del centro. Basta, anzi forse è meglio un normale bar tabacchi di Piazza Piola.

Proprio quello nel quale sono entrato questa mattina recandomi in ufficio, rigorosamente a piedi (infatti, se uso l'auto non passo di là).

C'è un'adorabile vecchina prima di me (le vecchine sono adorabili per definizione. Poi magari nella realtà sono delle merdacce, chi può dirlo, ma questi son dettagli).

Flashback. Immagino la scena di qualcuno, figlio o nipote, che spiega all'adorabile vecchina come fare per ricaricare il cellulare che le ha regalato perché così si sta più tranquilli.

La vecchina chiede una ricarica da 10 euro, fornisce il numero del suo cellulare. Il ragazzo dietro il bancone provvede e incassa.
- Arrivederci signora
- Buona giornata giovanotto
Passa meno di un minuto e la vecchina si ripresenta al bancone. Penso tra me e me "eh, le ha detto arrivederci e lei l'ha presa alla lettera" 
- Non me lo ha mica ricaricato
- Ma no signora cosa dice? dieci euro le ho caricato
- No, io non vedo nessuna differenza e avevo ancora dentro qualcosa
- No signora era quasi scarico, c'erano 0,26 euro. Ora, vede, sono 10,26
- Ma no, è tutto come prima, le ho dato dieci euro e il numero ma è tutto uguale a prima
- Guardi signora, sono 10,26 euro
- Ma noooooo, non vede queste tacchette, ce n'erano tre prima e adesso sono ancora tre. Non si è ricaaaaricaaaatooo!!!
Sguardi perplessi si incrociano, sopracciglia si aggrottano rumorosamente, qualcuno vorrebbe esplodere in una fragorosa risata ma nessuno lo fa, credo per rispetto della vecchina. Ancora più adorabile, ora.
- Signora, quelle tacchette indicano la carica di energia...
- Ho capito, ma io le ho dato dieci euro e anche il numero di cellulare, ma lo vede anche lei che non si è ricaricato.
- Signora, se mi porta quel cosino di plastica nera, quello da infilare nella presa - ce l'ha vero a casa? - se me lo porta glielo ricarico, questa volta per davvero.No, non le faccio pagare altri dieci euro......

Mi incammino e non riesco a non pensare a me tra alcune dozzine di anni, adorabile vecchino alle prese con qualche diavoleria che non so immaginare.....

mercoledì 15 settembre 2010

Parcheggio? Mah!

La questione qui si fa intrigante.
Questo non è che lo si possa considerare, a rigore, un parcheggio. O forse sì. Dipende. Se perché un parcheggio possa essere considerato tale si accetta che vi debba essere la presenza di un mezzo a una o più ruote, allora non ci siamo. Al massimo quello raffigurato, ma proprio al massimo, potrebbe essere un sedile del passeggero.
Ma se delle due entità che costituiscono il "parcheggio", cioè un coso parcheggiato e un pezzo di strada, conferiamo l'importanza che merita anche al pezzo di strada, allora siamo perfettamente in tema.
Chiaro che portando alle estreme conseguenze il concetto, anche un cassonetto piazzato ai bordi della strada sarebbe un "parcheggio". Discutiamone.

Parcheggio alla minchia, magari non me ne vanto, ma è come se lo facessi

Era facilmente prevedibile. La serie "Parcheggio alla minchia e me ne vanto" si sarebbe presto arricchita di nuovi entusiasmanti contributi. Questo però ha un non so che che lo rende particolarmente gustoso
Guardate.

Se qualcuno improvvidamente si stesse domandando "Embè?", fornisco prontamente due dettagli dell'immagine qui sopra, eloquenti più di mille parole. Per dirla tutta, più o meno quanto due immagini.

Dettaglio 1

Dettaglio 2

Se ancora non è chiaro posso spiegare. Ma non ora.

Attenti ai colpi di sonno

C'è niente da fare, quando ti prende la botta di sonno, meglio accostare e riposare qualche minuto

mercoledì 8 settembre 2010

Io parcheggio alla minchia e me ne vanto

L'"io" del titolo non sono io in senso stretto in quanto estensore. Fossi io, non è che me ne vanterei. E' un "io" che va inteso come "lui". O "lei". Addirittura "loro".
E dirò di più. Potrebbe diventare una serie con una rapidità oggi insospettabile.

Ferrovie spiegate da Eddy

Interessante
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