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mercoledì 27 ottobre 2010

Quelli che si ricordano di Beppe Viola

Guardo Romanzo Popolare su DVD (lo avrei anche scaricato illegalmente, ma non so come si fa). Con una giovanissima Ornella Muti (meglio adesso, tra l'altro), un giovanissimo Michele Placido, un giovanissimo Alvaro Vitali e vari altri attori meno giovanissimi, Musiche di Enzo Jannacci.
Breve apparizione di Beppe Viola, che aveva partecipato anche alla stesura dei dialoghi.

A chi ha meno di 28 anni il nome di Beppe Viola immagino dirà poco. Era un giornalista sportivo Rai, sebbene la definizione di giornalista gli stesse un poco stretta. Era anche tante altre cose.

Soprattutto era uno che non si prendeva troppo sul serio e che aveva capito, tra le tante altre cose, che il calcio era in fondo solo calcio. In rete si trova qualcosa su di lui. Non molto, ma si trova.

Dateci un'occhiata e poi confrontate con quello che abbiamo adesso.

Che so, un Pistocchi, uno che trasuda spocchia e anche quando dice che gli scappa la pipì, se gli togli l'audio, sembra stia discutendo di monadi. Un Varriale, che se Zenga ha insultato lui, e non, per dirne uno, Bizzotto, ci sarà pure una ragione. Un Bargiggia, uno dei massimi esperti di calciomercato (ma come si fa a decidere di diventare esperti di calciomercato? Sai che palle!!!).

Bene, confrontate e poi ditemi se non si stava meglio quando si stava peggio.
Mavadaviaiciap, va'

lunedì 11 ottobre 2010

Quante stupidaggini che mi tocca leggere!!!!

Tra i tanti modi in cui un tassista può finire in coma, l'essere picchiato selvaggiamente per avere investito un cane è senza dubbio uno dei più assurdi.

Sull'episodio si possono fare molte riflessioni, come pure si può riflettere su alcuni degli eventi che ne sono seguiti: bruciata l'auto di un testimone del fatto, bastonato un fotografo che fotografava l'auto bruciata del testimone del fatto.

Poi, purtroppo, è chiaro che non si può mica pretendere che tutti riflettano. Qualcuno, ahimè, forse perché convinto che riflettere sia inutile, tanto ci sono già gli specchi, parla.

Matteo Salvini (a beneficio dei non milanesi, che non hanno la fortuna di subire con fastidiosa frequenza le sue esternazioni, dirò che si tratta di un tale) si è lasciato una volta di più sfuggire l'opportunità di starsene zitto e, pungente come al solito, (non per nulla gli amici lo hanno soprannominato  Faccia d'aculeo) ha dichiarato che l'episodio dimostra come sia giunto il momento di dotare i tassisti (milanesi) di strumenti di difesa personale.

Ora io dico. Ma benedetto ragazzo, ma fai uno sforzo e spiegami cosa minchia c'entra! Mica il fattaccio ha a che vedere col tassismo e i rischi ai quali sono soggetti i guidatori di auto pubbliche, no? Qui si tratta di un'automobile che per caso ha investito un cane che per caso apparteneva a una tizia che per caso era fidanzata con un delinquente. Per caso un'automobile guidata da un tassista.
Se la vittima dell'aggressione fosse stato un ortopedico o un ragioniere del catasto cosa avresti proposto? Dotare gli ortopedici o i ragionieri del catasto di strumenti di difesa personale?
E se fosse stato, la butto lì, un extracomunitario???
Mavadaciaiciap va'!

Impara l'arto ....

Maaaaa, mi domando.
Perché si tende a dire "una gamba più corta dell'altra" e non "una gamba più lunga dell'altra" (prova su un popolare motore di ricerca: 10.500 risultati per la gamba corta, 3.290 per quella lunga)?

Ma chi l'ha detto che quella sbagliata deve essere per forza quella corta?

mercoledì 6 ottobre 2010

Amo l'Agenzia delle Entrate

Il titolo è chiaramente una ingenua quanto inutile forma di piaggeria verso l'Agenzia. Metti che qualche direttore di sede capiti per caso su questo blog, magari mi prende a benvolere.

Io, in realtà, ho un rapporto, diciamo così, irrequieto con il fisco. Capisco che ci debba essere, che abbia una sua funzione, però del nostro rapporto tutto si può dire tranne che sia alla pari. Per dire: per decenni ho circolato tenendo nel portafogli la tessera, quella cartacea, del codice fiscale che mi era stata recapitata quando, già allora giovanissimo, mi apprestavo ad affrontare i miei 15 anni. Già avevo subito un trauma quando mi dissero che il mio CF non terminava, come mi avevano fatto credere fino a quel momento, con F207W ma bensì con F205W.
Bene, ero chiaramente informato del fatto che in Via Manin vi fosse una tesserina di plastica che mi attendeva. Di tanto in tanto provavo a dirmi "vado a ritirare la mia tesserina di plastica" ma sempre mi immaginavo che quando fossi entrato in quell'edificio a richiedere quanto mi spettava sarebbe sbucato un figuro segaligno dal profilo aguzzo che fregandosi le mani mi avrebbe detto "Ahhh bene bene, proprio lei aspettavamo, venga, venga qui un attimo, mi segua". Mi avrebbe portato nel suo loculo dove avrebbe aperto un faldone e mi avrebbe sventolato trionfante un polveroso modello 740: "lei tre anni fa ha portato in detrazione un panino al prosciutto ma quel giorno era semifestivo e poiché lei - come noi - immagino non avrà lavorato nel pomeriggio, di quel panino lei, caro lei, era facoltizzato a portarne in detrazione solo il 50%". Srotolandomi subito innanzi la lista delle sanzioni.
Così è andata per anni fino a quando ho saputo dell'installazione di alcuni distributori self service, mi son fatto coraggio (un po' anche mi vergognavo delle facce schifate ogni volta che estraevo il mio cencioso codice fiscale cartaceo) e mi sono presentato all'Intendenza di Finanza. Tanto pensavo, se il dispenser avesse titubato più di qualche secondo sarei sempre potuto fuggire.

E' facile quindi capire quale ansia mi mettano le lettere dell'Agenzia delle Entrate. Quasi più, se devo dirla tutta, delle lettere di Julia Roberts. Ieri me ne sono trovata una sulla scrivania (dell'Agenzia, non di Julia). L'ho lasciata lì per qualche ora, di tanto in tanto la toccacciavo, la spostavo, la annusavo. E alla fine l'ho aperta.

Leggo le prime tre righe e mi rassereno lievemente.
Anche se, porca vacca, ma cosa cavolo mi scrivi a fare? Per farmi prendere un coccolone? Almeno usa una busta colorata, con disegnati i fiorellini, oppure con la scritta "non contiene cattive notizie"così che io capisca che il contenuto non porterà sventura!!

La missiva prosegue dicendo che "è emerso, tuttavia, un credito superiore al dichiarato". Evvai, l'Agenzia mi deve dei soldi! Passo alla seconda pagina per conoscere l'importo, pressapoco una rata di mutuo. Non male. Godo sommessamente.

Leggo le due righe successive e sommessamente mi intristisco..
Avete colto la sottile minaccia?
Non è che l'Agenzia dice: "OK caro contribuente, i controlli automatici affermano che hai pagato più del dovuto, te ne saremmo anche grati ma purtroppo non possiamo accettare. Ecco qui di seguito l'assegno e corri in banca ad incassare prima che cambiamo idea".
L'Agenzia, invece, dice. "Spett. Contribuente (con la maiuscola) i controlli automatici hanno evidenziato che hai pagato più del necessario. Ora sta a te, Contribuente, decidere se chiederci una verifica manuale che eventualmente confermerà il tuo credito e a quel punto ti restituiremo il denaro". Lasciando intendere "sappi però che dalla verifica manuale potrebbero emergere chissà quali magagne e allora sì che son cazzi, non solo non ti ridaremo le tue parecchie centinaia di euro, ma rischi di dover vendere tutte le tue cravatte su eBay per saldare il debito".

Ecco, in un paese normale uno direbbe, "Ho un credito, son sicuro di avere fatto le cose per bene, è assai più probabile che abbia pagato qualcosa più anziché meno, fate pure tutti controlli manuali che volete, io aspetto qui fuori, quando avete finito mi consegante l'assegno". Sarei tentato di fare così, ah se lo sarei!!! Ma poi mi sovviene che la sanzione per un qualsiasi errore formale rischia di essere assai superiore al mio credito e allora il dubbio mi si insinua.