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giovedì 21 luglio 2011

Ci son segreti che non vanno rivelati nemmeno a se stessi

Due o tre settimane fa ho scambiato alcune telefonate con un tizio e maldestramente non ho salvato numero e nome nella rubrica, riservandomi di farlo più tardi.
Dieci giorni fa il mio smartphone ha iniziato a fare il matto. Cercava, il briccone, di accedere a una o due volte al minuto a una rete wi-fi alla quale mi ero collegato mesi prima per alcuni giorni. Ciò, oltre a prosciugare la batteria in poche ore, ha provocato l'azzeramento di tutti i registri e la cancellazione dell'elenco delle telefonate effettuate, ricevute e perse.

Dovendo richiamare quel tizio e avendo il suo pricipale, del tizio, cambiato numero (doveva passarmelo appunto il tizio) mi sono trovato in difficoltà.
Consultare il conto online? Serve a nulla, giacché da alcuni anni, per questioni di privacy, tutti i numeri, chiamati o chiamanti, sono riportati con le ultime tre cifre cancellate.

Chiamo allora l'assistenza del mio operatore. Loro ce li hanno di sicuro i numeri completi. Basta che gli chieda qual è quel numero che ho chiamato sabato 2 alle 9 circa del mattino e che mi ha richiamato lo stesso giorno verso le 4 del pomeriggio e problema risolto.
No, non possono. Anche loro, per la privacy, vedono i numeri esattamente come li vedo io, con le tre cifre finali mancanti.
Dico, ma da qualche parte sarà registrato 'sto accidente di numero completo. Il telefono è mio, la fattura è intestata a me, io sono indubbiamente io, vi mando la fotocopia della carta d'identità, anche quella della carta di credito con la quale pago le fatture, se volete pure una gocciolina di sangue per l'esame del Dna, qual è il problema?
La privacy
Vi mando anche la mia rubrica dalla quale è facile verificare che la stragrande maggioranza dei numeri chiamati si trova sulla mia rubrica, quindi sono proprio io, non qualcun altro, E se anche fossi qualcun altro, ho già tutti i numeri della rubrica, cosa cambia uno in più o uno in meno?
Non si puòoòoò
Sì, ma le assicuro che io me ne fotto della mia privacy, è pure il telefono che uso al 95% per lavoro, il numero ce l'ha mezzo mondo. Ci tenessi alla privacy lo darei a nessuno. Vi prometto anche che se mi dite quel numero non rivelerò a nessuno che lo avete fatto, non lo dirò nemmeno al tizio, se necessario nemmeno a me stesso
No davvero, non possiamo vederli nemmeno noi
Vabbuò, mi rassegno, cercherò un altro elettricista. Mi spiace, perché il tizio mi pareva bravo.

Qualcuno mi ha suggerito di compiere un reato a mia scelta (o di fare qualche telefonata ad alcuni selezionati numeri) così da entrare in qualche giro di intercettazioni. A quel punto potrei chiedere al magistrato incaricato se, gentilmente, mi consente una sbirciatina ai tabulati. Fossi fortunato potrei anche trovarlo pubblicato qui e là, il numero.

martedì 19 luglio 2011

Lo strano caso della melanzana che si crede un pomodoro

Accipicchia, nemmeno il tempo di mettere online Furti e castità che Corriere.it subito ci propone un altro fattaccio con protagonista una giornalista, anche lei una delle punte di diamante della Rai, anche lei, a quanto si capisce, senza contratto. Milena Gabanelli

Nell'orto della sua casa in collina dalle parti di Bologna c'è una melanzana che produce pomodori.
Uelllaa, notiziona!!!
Pare che la brava Milena abbia chiesto lumi all'università di Bologna, che essendo la più antica del mondo ne ha viste di tutti i colori. Dopo approfondite indagini, rilevamento delle impronte digitali, analisi del Dna e interrogatori, è arrivata la risposta, sebbene vi siano ancora dubbi sul movente. Un innesto realizzato non proprio a regola d'arte.

Anche in questo caso, se mi telefonava, glielo dicevo pure io, senza fare tutto 'sto casino.

Ed ora sono qui che non vedo l'ora che arrivi domani per sapere quale disavventura sarà capitata al buon Floris.

lunedì 18 luglio 2011

Furti e castità

Bene. A Michele Santoro gli hanno rubato iPad, fotocamera e telecamera dalla Bmw parcheggiata davanti a casa. Non quella di Roma. Quella di Amalfi. Danno, dice, sui tremila euro.
Insomma, tremila euro son sempre tremila euro. E farseli fregare dà fastidio, soprattutto se sei senza lavoro.
Poi, figurarsi se non lo capisco io, che negli ultimi due anni per furti di varia natura ho subito danni quantificabili in molte migliaia di euro.

Dai giornali (e già che di un furto di tale entità parlino i giornali ha un che di sorprendente) apprendo che i carabinieri di Amalfi hanno effettuato rilievi sull'auto del giornalista, rilevato le impronte digitali e proseguono le indagini, anche per portare alla luce un eventuale diverso movente. Movente??? Ma che minchia di movente volete che ci sia? Uno lascia una  Bmw parcheggiata aperta col finestrino abbassato e uno zainetto contenente iPad, telecamera e fotocamera abbandonato sul sedile e ci si  domanda anche quale sia il movente??? Se mi date un colpo di telefono domani verso l'ora di pranzo ve lo spiego io, a gratis.

Chiarita la questione del movente, viene spontaneo il paragone con quanto accaduto quando mi svaligiarono la casa. Allora, nessuno rilevò né impronte né tracce di Dna (meglio così: avrebbero probabilmente trovato tracce del mio Dna e avrebbero incolpato me del furto) e uno degli agenti intervenuti, al tizio che gli porgeva il foglietto con annotato il numero di targa dell'auto a bordo della quale si erano allontanati i furfanti, rispose "mah, no, non controlliamo, mica possiamo controllare tutto e poi il numero è probabilmente sbagliato".

Ma sono sicuro che se ieri ad Amalfi, per l'iPad, hanno mandato addirittura i Ris non è perché il derubato è un famoso giornalista.

lunedì 11 luglio 2011

Compatibilità ed altri animali

Ringrazio l'amico SuperG per la disponibilità ad ospitare un'ulteriore tappa del post iniziato QUI, il primo post - che io sappia - multisegmentato non verticalmente, ma orizzontalmente. Nel senso che non esce a puntate sullo stesso blog, ma le puntate escono tutte contemporaneamente su blog diversi.

Dopo aver cincischiato non poco nelle tappe precedenti, andiamo subito al dunque. Si diceva all'inizio  dell'interdisciplinarietà e di quanto la situazione possa diventare drammatica nel caso che gli argomenti che devono convivere nel medesimo ambito siano incompatibili. Nel caso in oggetto, cioè il mio, sono sempre stato, fin  da tredicenne, appassionato di corse automobilistiche. Ed era questa quindi la caratteristica principale con cui per lustri  sono stato propagandato ed identificato. E' nella natura umana la necessità di catalogare le persone in  base alle loro caratteristiche più salienti, ed io ero stato incastrato dalle persone che mi conoscevano un pò  ma non troppo, nella definizione "quello che guarda la formula uno" nonostante (lo dico perchè potrebbe diventare un dato  importante in seguito) fossi già più affascinato dalle gare di endurance.

Ma abbiamo detto solo della prima fissazione. La seconda è il jazz. Non la farò tanto lunga. Lo ascoltavo da ragazzino alla stregua di qualunque altro genere musicale, essendo dotato di una certa incapacità critica. Ascoltavo tutto e basta. Da Ornella Vanoni ai Solisti Veneti; dai Delirium a  Lightnin' Hopkins; da Chopin a Jannacci. da Lionel Hampton a Fausto Papetti.
Non so se mi spiego, FAUSTO PAPETTI...

Poi, nel giro di qualche anno, blues e jazz hanno preso a insediarsi nelle mie colonne sonore, spingendo
 gradualmente fuori altri personaggi e stili, alcuni rimasti nella periferia dei miei interessi, altri passati
 nella categoria dei deprecabili. Primo fra questi, Fausto Papetti.

Sono diventato quindi, per le schiere cronologicamente successive di persone che mi conoscevano un pò ma non troppo, "quello che ascolta il jazz".

E qui arriviamo al conflitto interiore. Vado al punto. Non sono mai riuscito a far convivere pienamente le due discipline. Non solo, ma sono arrivato a considerarle IDEOLOGICAMENTE contrastanti; provando la sensazione di aver aderito a due dottrine - ecco fatto - incompatibili.
L'astrattezza contro l'immanenza. L'ironia contro l'assertività.
Il salto d'ottava ed il controsterzo. L'elemento aleatorio ed il rude cambio sequenziale.
Ho sempre vissuto i due interessi in maniera dicotomica, come in una sorta di sdoppiamento di personalità. (Non lo percepite come un dramma interiore? Vabè, d'altronde si sapeva, la sensibilità non è mai stata la vostra dote più evidente).
Ma un bel giorno, un video scovato in rete al termine di un percorso ormai irricostrubile attraverso i più perigliosi sentieri del selvaggio web, mi ha indotto ad affrontare il problema, a trovare quel compromesso che permettesse la coabitazione fra due generi così diversi.

Forse, ma solo forse,
la 12 ore di Sebring e Facing You di Keith Jarrett,
la Rieti-Terminillo e Coleman Hawkins,
Ghosts di Albert Aylert e la Tyrrell a 6 ruote,
le gradinate di Vallelunga e l'Arne Bendiksen Studio della ECM (a Oslo)
possono essere relazionate, interconnesse da una unica entità:

IL SUONO

Ma approfondiremo l'argomento con qualche esempio.
E per farlo ci trasferiremo QUI , cioè alla partenza della prossima tappa.

Milo Temesvar