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lunedì 30 aprile 2012

Commenti insulsi a notizie che se anche non le avessimo sapute avremmo vissuto bene ugualmente

Nei giorni scorsi avrei voluto commentare da par mio alcune sapide notiziole, ma ho avuto altro da fare.  Cose tipo zappettare (ancora), raccogliere fogliame e farne un falò,  eliminare erbacce, raccogliere pietre e farne delle simpatiche aiuole, costruirmi una reputazione e una rete di relazioni su Instagram, sperimentare alcune varianti dello zabaione. Non necessariamente in quest'ordine.

Italo
Per il primo viaggio del Montezemolo Express ha acquistato un biglietto anche l'avvocato Rienzi, quello del Codacons. Di seconda classe (non si chiama così, ma ci siamo capiti). Nemmeno il tempo di capire dove era finito che già Ruenzi lanciava la sua accorata denuncia. "Il Wi-Fi non funzionava e un addetto mi ha impedito di spostarmi nelle carrozze delle classi superiori. Inaccettabile". Perché? "Dovevo testare la qualità del servizio". Discriminazone!!! Sto fatto di non poter passare da una classe all'altra a questi del Codacons proprio non gli va giù, giacché se ne erano avuti a male già quando la regole fu introdotta da Trenitalia, paventando addirittura l'incostituzionalità della decisione.
Poi, aggiunge il Rienzi, "cosa succederebbe, ad esempio, se scoppiasse un incendio in una carrozza di seconda?".  Immagino che se succedesse (capita un viaggio sì e uno no che una carrozza di seconda prenda fuoco) all'addetto si uniranno tre o quattro vigilantes che rispediranno con le armi tra le fiamme  i passeggeri sfigati di seconda classe mentre lorsignori continueranno tranquilli a sorseggiare Tattinger.
Sorge però spontanea una domanda. Quale senso di colpa spinge i maggiori quotidiani nazionali a regalare spazio (tanto spazio) a tutte le sparate del Rienzi, presidente della più becera tra le associazioni per la difesa del consumatore, un'associazione che minaccia sempre sfracelli, class action, richieste di risarcimenti milionari basta che uno ti abbia guardato storto e conclude mai nulla, tranne forse visibilità per lo studio legale.

Corona
Trovo che Fabrizio Corona sia insopportabile e mi viene l'orticaria solo a scriverne il nome. Trovo ancora più insopportabile che testate che vorrebbero essere serie ne riportino le gesta senza nemmeno il sospetto di fare il gioco di uno che, privato della visibilità mediatica, tornerebbe in pochi minuti ad essere un assoluto signor nessuno, Il diritto dovere di informare è una cosa, correre dietro a uno che dovrebbe pulire i cessi alla stazione centrale è altra cosa.
Trovo anche che schiaffeggiare un giornalista, strappargli l'iPhone e scappare siano gesti che una persona ben educata non dovrebbe compiere.
Trovo che gridare al giornalista "Come ti permetti di farmi domande?" sia perfettamente legittimo anche da parte di uno insopportabile come Corona.
"Nonostante mi fossi qualificato come giornalista secondo lui non avevo diritto di fare domande", dice Alfio Sciacca, il giornalista di corriere.it.  E allora? Ma dove sta scritto che il giornalista che passa la serata al quartiere Isola di Milano se incontra un tale ha il diritto di fargli delle domande? Perché, di grazia? Non ha diritto, chiunque egli sia, a farsi i cavoli suoi? Queste cose lasciatele fare alle iene, please.

Nutella
In America, quella del nord, hanno messo su una class action per mettere in croce la Ferrero colpevole di avere trasmesso uno spot ingannevole che descriveva la Nutella come prodotto nutriente e salutare. Frotte di mamme si sono precipitate al supermarket ad acquistarla salvo poi accorgersi dell'alto contenuto di grassi saturi.
Orpo!
Mica che il pupo mi diventi obeso anzitempo.
Che nella Nutella ci siano grassi lo sanno anche le marmotte. Per la precisione, 31,6 grammi per 100 di prodotto. Di cui 10,9 saturi. A dimostrazione che quando gli americani scovano un nemico pubblico numero uno non fanno sconti a nessuno senza timore di cadere nel ridicolo.
Quindi Ferrero prontamente condannata a risarcire il costo del barattolo a chi potesse dimostrare di averne acquistata una confezione tra il 2008 e il 2012.
Ma andassero a cagare e continuassero a berre latte intero a pranzo e cena.....

Operazione Ponte
Agenzia delle entrate e GdF sono in giro per la campagna 25 aprile - 1 maggio. Obiettivo gli agriturismi (che tra l'altro, spesso, si trovano in collina al termine di strade dissestate e quindi attirano i Suv quasi più di corso Como).
Nel frattempo però annunciano anche di avere scovato diversi evasori totali tra i quali una società informatica campana che avrebbe nascosto introiti per 10 milioni di euro in tre anni, con Iva evasa per 3 milioni.
Come sia possibile su 10 milioni non dichiarati evadere Iva per 3 milioni quando l'aliquota Iva è del 21%, 20 fino a pochi mesi fa, resta un mistero.

Cittadini onesti
Uno degli aspetti più divertenti - o più amareggianti - della lettura delle notizie relative alla lotta all'evasione è scorrere i commenti dei lettori. Dove si scopre che appena uno osa non accomunarsi al coro di invettive, magari esprimendo anche concetti molto ragionevoli e che in altri contesti sarebbero tranquillamente accettati e condivisi, viene come minimo accusato di essere una merda col Suv e portaborse dello psiconano, a conferma del fatto che l'operazione "tutti contro tutti" sta perfettamente riuscendo.
Per cui ora lo scrivo.
Cari lavoratori dipendenti, se pagate le tasse fino all'ultimo centesimo, non è perché siete onesti. Quelli onesti non siete voi. Onesto semmai è il vostro datore di lavoro che diligentemente mese dopo mese paga per voi laute tasse all'erario.
Se serve per chiarire meglio il concetto.  Cittadino rispettoso del codice della strada è colui il quale pur possedendo un veicolo capace dei 210 orari, in autostrada guida a 130 come da regolamento. Il passeggero di una Bianchina station wagon che non supera i 95, NON è rispettoso del codice (e non lo è nemmeno il guidatore, peraltro).
Per cui, cari dipendenti, se vi rode il coso per via del fatto che vi ritenete svantaggiati rispetto a chi, secondo voi, è nelle condizioni di evadere, fate una bella cosa. Rivolgetevi al Codacons, che pianti su un bel casino per fare sì che la busta paga vi venga consegnata lorda che poi le tasse ci pensate voi a pagarle. Per una volta avrete anche l'appoggio di chi le tasse le paga in vece vostra.
Amen

venerdì 27 aprile 2012

Breve commento a due sapide notiziole


Il responsabile dell'ufficio acquisti dello stato italiano ha smentito piccato che lo stato medesimo abbia stanziato 10 milioni di euro per l'acquisto di 400 auto. Ora a me non scandalizza che uno stato grande come quello italiano, con oltre 60 milioni di abitanti acquisti 400 auto, non sono mica tante. Contrariamente al Giornale, che l'ha sparata in prima pagina e ai popolo dei social media.
Per quel che mi riguarda, se servono si acquistino. I miei 0,16 euri li contribuisco volentieri.

Comunque il capo degli acquisti dice che no, non le comperano ste benedette 400 vetture. Dice che si sono limitati a chiedere di "bloccare il prezzo in vista di eventuali futuri acquisti" casomai servisse.
Questa cosa mi sembra spettacolare. Un esempio da seguire. Altro che inefficienza della Pubblica Amministrazione
Domani chiamo anche io il concessionario Land Rover e gli chiedo se per cortesia mi blocca adesso il prezzo di una Evoque (o modello corrispondente) in vista di un futuro acquisto che potrei fare tra una dozzina d'anni.
Poi, subito dopo essermi fatto mandare a cagare dal concesionario, magari mi presento anche all'agenzia delle entrate per sondare il terreno. Metti che mi consentano di fissare oggi le tasse da versare nel 2018, nel caso decidessi di pagarle.

Ho anche sentito che Inps e Istat si sono messi insieme per compiere tutta una serie di rilevamenti che avrebbero portato a scoprire che in non so quale anno, probabilmente il 2009, che si sa questi son calcoli complessi, non è che si può fare di fretta, quasi la metà dei pensionati italiani (46%) percepirebbe meno di 1000 euro al mese
Ma scusate, non bastava una semplice query?

martedì 24 aprile 2012

Priorità acquisita madechè?

Oggi ho acquisito una priorità straordinaria, direi sconfinata.
Ciononostante 27 minuti di acquisizione, lenta ma costante, di priorità non sono stati sufficienti a concedermi il privilegio di dialogare serenamente col call center di Trenitalia.
Al quale mica volevo fare del male.
Volevo solo chiedere, educatamente, perché minchia gli stramaledetti che il cielo li strafulmini non mi hanno ancora riaccreditato il costo di due biglietti malauguratamente prenotati su uno dei frecciarossa annullati per neve lo scorso 7 febbraio.
E che, prontamente richiesto, dicevano, sarebbe avvenuto entro i 30 giorni successivi.
Che io, ingenuamente avevo dato per scontato intendessero  i 30 giorni successivi alla richiesta, non al primo passo dell'uomo su Marte.
Il fatto che poi acquisire tutta questa priorità mi sia costata 3 euro faticosamente guadagnati col sudore dei polpastrelli non aiuta a rendere il mio nervosismo più lieve.

martedì 17 aprile 2012

Sapida storia gastronomica del mondo

Di tanto in tanto mi trovo a immaginare come sia successo che l'uomo a un certo punto del suo cammino evolutivo abbia scoperto che alcune cose - non ancora classificabili come alimenti - potessero essere mangiate, diventando così alimenti a tutto tondo.

Immagino, ad esempio, che chi ha provato la prima volta a mangiare un uovo (col guscio?) dovesse proprio essere alla frutta. Per ovvie ragioni. Per non parlare di chi per primo ha assaggiato il lampone.

Anche chi per primo ha assaggiato il carciofo non doveva essere messo molto meglio. Di sicuro doveva essere molto ma molto motivato. Un affare provvisto di spine con strati e strati di foglie esterne immangiabili. E una volta raggiunte quelle più morbide, non è che ci fosse da sfondarsi. Raccoglierlo, prepararlo e masticarlo costava più energia di quanta ne rendesse. E se questo può anche essere comodo oggi, un tempo era una bella fregatura.

Se mi riesce relativamente facile immaginare che l'uomo possa avere pensato di abbattere un cervo (o di prendere a sassate una faraona) per nutrirsene, coi vegetali le cose mi si complicano: quale cortocircuito mentale lo avrà spinto a osare con la patata o la carota? E a stabilire che la parte che stava sottoterra fosse più utile di quella sopraterra? Con tutte le complicazioni legate al fatto che c'è stato un tempo in cui l'uomo ancora non aveva capito di poter utilizzare il fuoco a suo beneficio. Per dire, la patata addentata cruda fa, e faceva, veramente schifo. Significa che l'uomo, che non era fesso, una volta scoperto il fuoco si deve essere ricordato di quando, chissà quanto tempo prima, aveva addentato il tubero. Ipotizzando che, chissà, buttandolo nella brace qualcosa di buono lo si poteva anche ricavare. Purtroppo non era ancora stata inventata la pellicola d'alluminio.

Insomma, anche solo stabilire che una parte del vegetale fosse da conservare e una parte da buttare, non deve essere necessariamente stato un percorso così lineare come potrebbe sembrare a noi, oggi. Da cosa sarà dipesa la scelta? Dai gusti dell'epoca, dalla geografia e da chissà cos'altro.
Per dire, a Isabel, la ragazza sudamericana che tempo fa ci aiutava in casa (contributi Inps regolarmente versati, anzi, probabilmente per errore pure qualcosa in più), un giorno lasciammo un sedano da pulire, non so se per farci un soffritto o l'insalata. A sera trovammo in frigo una ciotola colma di foglioline. I gambi li aveva buttati.

Oggi pensavo al caviale.
Cibo da pescatori del Caspio, gente dura che fa un mestiere ancora più duro e bisogna di calorie. Ma perché ingurgitare quelle sferette nere e viscide che, ammettiamolo, fanno anche loro piuttosto senso (e se non costassero centinaia di euro all'etto verrebbero probabilmente offerte come mangime per i polli)? Semplice, se eri un pescatore del Caspio, dello storione buttavi via nulla, come col maiale.

Resta da capire per quale motivo ai ciccioli non abbia arriso lo stesso successo commerciale del caviale. I casi sono due.  O i pescatori del Caspio hanno usato meglio il marketing. O gli allevatori di maiali della padania si sono accontentati del prosciutto crudo, senza pensare che avrebbero potuto fare molti più denari coi ciccioli (con adeguato posizionamento).

Dieta equilibrata

Sarà, ma io la catena alimentare proprio non la digerisco

domenica 15 aprile 2012

E se Morosini non fosse morto perché giocava a calcio?

E' morto un calciatore.
Francamente, a costo di apparire cinico, non posso dire di essere sconvolto. Intendiamoci, il fatto è che fino a ieri pomeriggio ne avevo mai sentito parlare, sapevo nulla di lui, nemmeno che esistesse.
Ora so che era uno col quale la vita è stata piuttosto stronza, ma non fosse stato un calciatore delle serie maggiori, non lo avremmo visto accasciarsi in  diretta e in fondo sarebbe stato solo una delle tante persone che lasciano questa terra in modo in un modo che possiamo giudicare più o meno ingiusto. Certo, lo so anch'io che un 25enne che se ne va così fa male.

Della morte di Morosini sono venuto a sapere in auto, ascoltando A tempo di sport su Radio24. In studio c'erano duemetriezerouno di saggezza e buonsenso negli abiti di Andrea Zorzi e questo ha aiutato a evitare derive scandalistiche e banali. Riascoltate il podcast, se lo volete, appena disponibile.

Ma come naturale che fosse è montata l'ondata di secondismo.
Cos'è? Tutto quello che secondo me, noi, voi, te, essi, dovrebbe essere fatto (un medico su ogni campo, un cardiologo ad ogni incrocio, visite mediche più accurate, abolire lo sport professionistico, colpire senza pietà i responsabili, che di qualcuno sarà pure la colpa, e anche qualcuno non responsabile ma che potrebbe esserlo) e non è stato fatto (perché siamo un paese di cialtroni, perché la Figc pensa solo ai soldi, perché i controlli sono quelli che sono, perché chi controlla i controllori, perché manca una vera politica di) per evitare che fatti come quelli di ieri possano accadere di nuovo.

E se Morosini fosse morto, mentre giocava a calcio, non perché giocava a calcio ma nonostante giocasse a calcio?





lunedì 2 aprile 2012

Grande è la confusione sotto il cielo (e pure di fianco)

Bene, Massimo Calearo si fa intervistare da quelli de La Zanzara, si lascia prendere dal clima della trasmissione e le spara un po' grosse, non grossissime, nemmeno troppo più grosse di quelle che vengono sparate talvolta a Caterpillar, per dirne una, ma sufficienti a scatenare l'indignazione.

Per via della sua "opinione" sul parlamento, di quella sui gay e anche della Porsche "sottratta al fisco". E quest'ultima, coi tempi che corrono è molto più deprecabile che uccidere i camionisti a colpi di cesoia. Non è necessario che sia vero, nemmeno verosimile: basta anche qualcosa meno del sospetto a scatenare gli indignati in servizio permanente.

'Sta faccenda della Porsche deve avere impressionato, dato che compare in tutti i titoli. Ma cosa ha detto il Calearo? Che possiede un'azienda con 250 dipendenti in Slovacchia. Che possiede una Porsche. Che la Porsche è intestata all'azienda slovacca e non a quella italiana o a se stesso cittadino italiano. Che lo ha fatto perché lì la spesa è fiscalmente interamente deducibile mentre in Italia solo al 50% (imprecisione: in Italia lo è solo al 40% e non dell'intero costo dell'auto ma solo fino a 18mila euro e spiccioli, i vecchi cari 35 milioni. Spiego con un facile esempio comprensibile a quasi tutti. In Italia, se sei un'azienda o un libero professionista, non importa che acquisti una Fiat Punto da 18.159 euro o una Porsche Cayenne da 80.000 euro, la cifra che potrai portare in deduzione è sempre la stessa. 7.263 euro in tre anni, pari a 2.421 all'anno. Ovvero, se sei uno dei fortunati che pagano circa il 50% di imposte, il beneficio fiscale è di 1.210,5 all'anno. Sia che tu abbia una Punto, sia che tu abbia un Cayenne. Se sei un libero cittadino, deduci nulla).

Quindi, di grazia, in che senso la Porsche di Calearo è nascosta al fisco? Dove sarebbe la presunta evasione?  Sarebbe semmai il fisco Slovacco a dovere aversene a male, in teoria, giacché il Calearo ha dedotto un costo lì anziché qui. Ma non lo fa. Perché se la Slovacchia impone una tassazione del 24% sul reddito delle imprese (anziché il 43% italiano) e permette di dedurre interamente il costo di un'auto, ci sarà pure un motivo, no?

Certo, c'è l'Iva che è stata pagata (e dedotta) lì e non qui. Ma questa è l'Europa, bellezza. Cosa facciamo, accusiamo di nascondere le vacanze al fisco tutti coloro che trascorrono un week end lungo a Praga o le ferie in Croazia? Di nascondere l'iPhone al fisco tutti quelli che se lo comperano a NY? Di non pagare la Siae quelli che acquistano qualche CD a Londra? O in generale tutti coloro i quali acquistano un bene lì dove costa meno?

Quindi? Niente. Ho solo il vago sospetto che indignarsi costi meno fatica che documentarsi o anche solo ragionare). Pertanto, ma vadaviaiciao va'.