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venerdì 31 luglio 2009

Quelle che fanno perdere la Fede

La staffetta 4x200 stile femminile l'hanno nuotata in 4. Due famose, si chiamano Alessia FIlippi e Federica Pellegrini, due meno. Se la staffetta fosse stata composta da una Pellegrini (o una Filippi) e tre cloni, probabilmente avrebbe stravinto. Invece no. C'erano anche le due meno famose. e quel che è peggio anche meno forti.
Le ragazze sono arrivate quarte, mica un risultato da buttare. Certo, molti si aspettavano un''altra bella medagliona pesante, come se i primati personali non contassero.
Guardavo le staffettiste dopo la gara, ospiti della Caporale in zona mista e stavo male per le due meno famose che già si sentivano come tutti le avrebbero fatte sentire di lì a poco: quelle che per la loro incapacità hanno impedito alla Fede nazionale di arricchire il suo bottino con altro metallo prezioso.
Poi interviene Tomba, ospite in studio da Mazzocchi. Tomba è un signore che sulle piste c'è stato per tanti anni e uno si aspetterebbe un minimo di comprensione, magari di delicatezza, di signorilità. Invece cosa dice l'Alberto? "Ciao Fede, ciao Alessia. Coraggio, non è andata male, quarte è un bel risultato".
Oh, Alberto, guarda che ce ne sono 4 di ragazze in costume laggiù! Posso anche ammettere che ti ricordi il nome delle due famose e, così d'acchito, ti sfugga quello delle altre due. Ma un "Ciao ragazze. Coraggio, non è andata male..." non sarebbe costato un grande sforzo e sarebbe stato più carino. O no?
Incidentalmente le due meno famose si chiamano Renata Spagnolo e Alice Carpanese.

martedì 7 luglio 2009

Fair Play, Monti e la vela

Ricordare Eugenio Monti mi fa tornare alla mente un episodio delle scorse Olimpiadi.
Vela, medal race dei 49er. I fratelli Sibello in lotta per una medaglia.
L'equipaggio danese in mattinata disalbera e partecipa all'ultima regata con la barca messa a disposizione dai croati. I danesi Warrer e Kirketerp Ibsen vincono l'oro. I fratelli SIbello sono quarti.
Ricorso di Italia e Spagna, poi bocciato dal Tas. E i nostri restano quarti.
I fratelli Sibello avevano probabilmente mille ragioni, come hanno spiegato in una lettera aperta, forse il fatto che la barca fosse croata e non danese ha veramente concesso ai danesi un vantaggio improprio.
Forse.
Resta, ripensando a Monti, un lieve senso di disagio.

domenica 5 luglio 2009

Fair Play

Torno da alcuni giorni trascorsi a Cortona per il Premio Fair Play Mecenate (premetto che si tratta di un nostro cliente per il quale seguiamo l'ufficio stampa e aiutiamo per il marketing).
L'edizione di quest'anno era dedicata alle leggenmde olimpiche degli sport invernali, da Cortina '56 a Torino 2006.
Parlando di fair play e di sport invernali il pensiero non può non correre a Eugenio Monti. Per chi non lo sapesse - e a differenza di quanto mi aspettavo, sono in molti a non saperlo - Monti è il protasgonista dell'episodio forse più eclatante e famoso di fair play. Oltre che vincitore di due ori ('68), due argenti ('56) e due bronzi ('64) olimpici e 9 ori e un argento mondiali nel bob a 2 e a 4.
Ebbene, a Innsbruck '64 l'equipaggio inglese del bib a 2 ruppe un bullone. Monti lo smontò dal suo bob e lo cedette agli inglese, che poi vinsero l'oro. Pare che alle pesanti critiche della stampa Monti abbia risposto in questo modo "Non hanno vinto l'oro perché gli ho ceduto il bullone. L'hanno vinto perché sono scesi più veloci".
Una bella lezione, non c'è che dire.
A ritirare il premio in ricordo di Euigenio Monti c'erano due suoi compagni del bob a 4 oro a Grenoble '68, Mario Armano e Luciano De Paolis (quest'ultimo oro anche nel bob a 2). E' stato bello vedere l'incontro dei due che non si incontravano da anni. Felici di essere di nuovo in quello che era stato il loro mondo per tanto tempo. E probabilmente anche di essere, sia pure per il tramite del loro pilota, loro stessi ricordati e protagonisti della premiazione, una volta tanto.