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lunedì 13 dicembre 2010

La traduzione tra tradizione e futuro

Qualcosa mi dice che questo sarà il mese, mediaticamente parlando, delle traduzioni farlocche.
Prima l'intercettazione che, con grande spiegamento di forze, ha portato in carcere  un operaio edile marocchino la cui unica colpa era di avere lavorato per alcuni giorni a Brembate. Traduzione sbagliata: non ha detto "l'ho uccisa" ma "perché non rispondi?".
Poi il sì della Cina - a Cancun - agli impegni vincolanti e ai controlli sulle emissioni di CO2. Errore, Su Wei, il capo negoziatore cinese, aveva detto no.

La mia scarsa conoscenza del cinese e dei dialetti arabi mi impedisce di valutare quanto fosse facile l'errore e fare eventualmente sfoggio di saccenza.

Nelle traduzioni dall'inglese all'italiano, però, ahimè, di stupidaggini ne riconosco tante.

Ad esempio, perché nei film americani doppiati le bevande gassate le chiamano "soda"? D'accordo, "bevanda gassata" è più lungo di "soda" e crea problemi col labiale. Ma dite "bibita" no? Provate a entrare in un qualsiasi bar italiano e chiedere una soda, vediamo cosa vi servono!.

Ricordo un film visto tempo addietro (chiaramente non ne ricordo il titolo) nel quale, parlando di un sospettato, l'agente affermava che la fedina penale era pulita, a parte "un biglietto del parcheggio". Biglietto del parcheggio? Minchia, son pazzi gli americani: paghi il parcheggio, ti rilasciano il biglietto e te lo annotano pure sulla fedina penale?  A meno che "parking ticket" non significhi "multa per divieto di sosta". Come in effetti è.

Sempre in ambito cinematografico. Anni fa uscì un bel filmetto irlandese. Waking Ned, tradotto in italiano Svegliati Ned. Era sufficiente dare un'occhiata al film, anche distrattamente, mentre si mescolava la polenta, per capire che lo svegliarsi aveva proprio niente a che vedere con la trama. Se poi non ci si fosse fermati alla prima voce del dizionario, scendendo di qualche riga si sarebbe potuto facilmente verificare che to wake significa anche vegliare, nel senso di veglia funebre. Definizione decisamente più appropriata. Per carità, qualcuno potrebbe anche avere pensato che la parola "funebre" nel titolo non avrebbe invogliato gli spettatori a recarsi al cinematografo. Ma non credo.

Mi permetto quindi di elargire un modesto suggerimento, del tutto free of charge (libero di accusa). Prima di mettere nero su bianco con la propria fountain pen (penna fontana)  e rendere pubblico, provare sempre a vedere se la frase makes sense (fa senso). Ha senso un biglietto del parcheggio sulla fedina penale? No? Allora probabilmente il significato è un altro, o no?

Già che ci sono, approfitto dello spazio carinamente concessomi per togliermi un altro sassolino dalla scarpa (little stone from the shoe). Sebbene siano passati quasi trent'anni, di tanto in tanto si parla ancora del banchiere Roberto Calvi, trovato appeso (e ampiamente morto) al ponte di Blackfriars a Londra all'ora del breakfast (spaccaveloce). Blackfriars Bridgeche da decenni ci viene diligentemente presentato come Ponte dei Frati neri. Ma che minchia sono i frati neri? In italiano hanno un nome: Domenicani si chiamano. Frati domenicani, e se proprio volessimo adottare il nome ufficiale dell'ordine, frati predicatori.
Ma non frati neri.

3 commenti:

milo temesvar ha detto...

Ciò mi ricorda la battaglia che si svolse, nel '82, in località Goose Green, nelle Falkland, decisiva per la riconquista inglese delle isole che le truppe argentine, con un blitz, avevano occupate; in Argentina credo venga tuttora ricordata come la "Batalla del Pato Verde" (dell'Anatra Verde).

milo temesvar ha detto...

Che poi, spesso, i problemi di traduzione ce li abbiamo anche senza uscire dai confini; una volta a San Giorgio a Cremano, in un bar chiesi una cedrata. Mi chiesero se andava bene lo stesso del bicarbonato.

Anonimo ha detto...

a volterra chiesi una volta una fetta d'anguria e, finché qualcuno non tradusse in cocomero, rimasi a bocca asciutta. comunque al cinema una traduzione gustosa è quella di "silicon" in silicone, nel doppiaggio di wargames. e quante volte "I see" (capisco) viene tradotto con "vedo"?
("oggi ho un impegno, farò tardi" "vedo". ma cosa vedi?)