Mia moglie è piuttosto asociale.
Pertanto si è creata un profilo Facebook. Ma no col suo nome, cognome e foto. E' infatti piuttosto asociale.
Ha scelto un nome a caso, una foto trovata su Internet, opportunamente pasticciata così da rendere il soggetto irriconoscibile, impostato un età a caso ma non troppo avanzata, un certo numero di interessi e quel minimo di biografia che serve a rendere il tutto ragionevolmente credibile.
Nient'altro. Mai commentato alcunché, mai fatta una richiesta di amicizia, mai postato nemmeno una barzelletta sconcia. Di tanto in tanto lo apre, giusto per vedere come vanno le cose.
Al momento, immagino grazie a una scelta tanto inconsapevole quanto sapiente degli interessi (e forse anche del genere - la foto non direi, difficile che si possa intravvedere una gran gnocca in quella specie di ectoplasma), ha oltre 200 amici. 125 più di me. Amici che non conosce. Ma no, per dire, come Eddy Ottoz o Stefano Baldini i quali hanno centinaia di amici che non conoscono; ma almeno gli amici conoscono loro, se non altro per sentito dire. Sanno chi sono, come minimo. No, lei non li conosce e nemmeno loro, per ovvie ragioni, conoscono lei.
Ieri era il suo compleanno. Ha ricevuto più di 60 messaggi di auguri.
Aggiunta dell'1 aprile.
In effetti l'ultima riga è ambigua. In realtà tre giorni fa si celebrava non il suo compleanno reale della moglie, ma quello del profilo farlocco con data di nascita scelta a caso
Il Football a Wrigley Field
5 giorni fa