Proprio nel momento in cui il buon Steve illustra iCloud - che è tante cose, tra le quali iTunes in the cloud - mi sembra bello e doveroso dedicare qualche parola a Ezmo.
Ezmo era una società norvegese e una bella idea di social music. Era anche nostra cliente, incidentalmente. Finanziata da Fast (search a livello enterprise, giusto per inquadrare la questione) ma lo sapeva quasi nessuno, anche lei norvegese.
L'idea dei creatori di Ezmo era semplice e geniale per quel tempo. Offrire a tutti la possibilità di caricare sul sito la propria musica e di condividerla con fino a 10 amici. Con l'aggiunta di tutti i servizi che si possono immaginare per un prodottino del genere: ad esempio il suggerimento di altri brani dello stesso autore caricati dagli amici e da aggiungere alle nostre playlist. L'idea di fondo era molto cloud e in qualche misura poi copiata da altri: rendere possibile l'ascolto della propria musica ovunque, da computer e da cellulare.
E piaceva, l'idea. Giusto per non vantarsi troppo, in sei mesi, in Italia si era raggiunto un numero di abbonati pari a quello degli Stati Uniti, dove erano partiti quasi un anno prima. Piaceva anche a me, che pure non sono (ero) granché social, ci avevo caricato qualche decina di CD e me li ascoltavo in ufficio. Mi piaceva anche, più prosaicamente, perché pagava puntualmente e assai dignitosamente.
Gli iscritti aumentavano giorno dopo giorno e il management di Ezmo girava il mondo per stringere accordi con le major discografiche. Perché il passo logico successivo era la vendita di musica. E qui temo che qualcuno si sia adombrato. In più, in alcuni paesi, le associazioni dei discografici o le Siae della situazione iniziarono a dire che 10 amici erano troppi per un ascolto "privato".
Nel frattempo era giunto il momento del secondo round di finanziamenti. Tutti fiduciosi, senonché Fast fu comperata da Microsoft. Alla quale non poteva fregargliene di meno di Ezmo.
Fine della storia. Peccato.
R.I.P.
Il Football a Wrigley Field
5 giorni fa
2 commenti:
quindi tu conobbi, conoscetti l'intervistatrice di rmc di cui non ricordo il nome?
Sì, lo fui
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