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lunedì 2 aprile 2012

Grande è la confusione sotto il cielo (e pure di fianco)

Bene, Massimo Calearo si fa intervistare da quelli de La Zanzara, si lascia prendere dal clima della trasmissione e le spara un po' grosse, non grossissime, nemmeno troppo più grosse di quelle che vengono sparate talvolta a Caterpillar, per dirne una, ma sufficienti a scatenare l'indignazione.

Per via della sua "opinione" sul parlamento, di quella sui gay e anche della Porsche "sottratta al fisco". E quest'ultima, coi tempi che corrono è molto più deprecabile che uccidere i camionisti a colpi di cesoia. Non è necessario che sia vero, nemmeno verosimile: basta anche qualcosa meno del sospetto a scatenare gli indignati in servizio permanente.

'Sta faccenda della Porsche deve avere impressionato, dato che compare in tutti i titoli. Ma cosa ha detto il Calearo? Che possiede un'azienda con 250 dipendenti in Slovacchia. Che possiede una Porsche. Che la Porsche è intestata all'azienda slovacca e non a quella italiana o a se stesso cittadino italiano. Che lo ha fatto perché lì la spesa è fiscalmente interamente deducibile mentre in Italia solo al 50% (imprecisione: in Italia lo è solo al 40% e non dell'intero costo dell'auto ma solo fino a 18mila euro e spiccioli, i vecchi cari 35 milioni. Spiego con un facile esempio comprensibile a quasi tutti. In Italia, se sei un'azienda o un libero professionista, non importa che acquisti una Fiat Punto da 18.159 euro o una Porsche Cayenne da 80.000 euro, la cifra che potrai portare in deduzione è sempre la stessa. 7.263 euro in tre anni, pari a 2.421 all'anno. Ovvero, se sei uno dei fortunati che pagano circa il 50% di imposte, il beneficio fiscale è di 1.210,5 all'anno. Sia che tu abbia una Punto, sia che tu abbia un Cayenne. Se sei un libero cittadino, deduci nulla).

Quindi, di grazia, in che senso la Porsche di Calearo è nascosta al fisco? Dove sarebbe la presunta evasione?  Sarebbe semmai il fisco Slovacco a dovere aversene a male, in teoria, giacché il Calearo ha dedotto un costo lì anziché qui. Ma non lo fa. Perché se la Slovacchia impone una tassazione del 24% sul reddito delle imprese (anziché il 43% italiano) e permette di dedurre interamente il costo di un'auto, ci sarà pure un motivo, no?

Certo, c'è l'Iva che è stata pagata (e dedotta) lì e non qui. Ma questa è l'Europa, bellezza. Cosa facciamo, accusiamo di nascondere le vacanze al fisco tutti coloro che trascorrono un week end lungo a Praga o le ferie in Croazia? Di nascondere l'iPhone al fisco tutti quelli che se lo comperano a NY? Di non pagare la Siae quelli che acquistano qualche CD a Londra? O in generale tutti coloro i quali acquistano un bene lì dove costa meno?

Quindi? Niente. Ho solo il vago sospetto che indignarsi costi meno fatica che documentarsi o anche solo ragionare). Pertanto, ma vadaviaiciao va'.





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