E' morto un calciatore.
Francamente, a costo di apparire cinico, non posso dire di essere sconvolto. Intendiamoci, il fatto è che fino a ieri pomeriggio ne avevo mai sentito parlare, sapevo nulla di lui, nemmeno che esistesse.
Ora so che era uno col quale la vita è stata piuttosto stronza, ma non fosse stato un calciatore delle serie maggiori, non lo avremmo visto accasciarsi in diretta e in fondo sarebbe stato solo una delle tante persone che lasciano questa terra in modo in un modo che possiamo giudicare più o meno ingiusto. Certo, lo so anch'io che un 25enne che se ne va così fa male.
Della morte di Morosini sono venuto a sapere in auto, ascoltando A tempo di sport su Radio24. In studio c'erano duemetriezerouno di saggezza e buonsenso negli abiti di Andrea Zorzi e questo ha aiutato a evitare derive scandalistiche e banali. Riascoltate il podcast, se lo volete, appena disponibile.
Ma come naturale che fosse è montata l'ondata di secondismo.
Cos'è? Tutto quello che secondo me, noi, voi, te, essi, dovrebbe essere fatto (un medico su ogni campo, un cardiologo ad ogni incrocio, visite mediche più accurate, abolire lo sport professionistico, colpire senza pietà i responsabili, che di qualcuno sarà pure la colpa, e anche qualcuno non responsabile ma che potrebbe esserlo) e non è stato fatto (perché siamo un paese di cialtroni, perché la Figc pensa solo ai soldi, perché i controlli sono quelli che sono, perché chi controlla i controllori, perché manca una vera politica di) per evitare che fatti come quelli di ieri possano accadere di nuovo.
E se Morosini fosse morto, mentre giocava a calcio, non perché giocava a calcio ma nonostante giocasse a calcio?
Il Football a Wrigley Field
5 giorni fa
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