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sabato 19 novembre 2011

Alcune cose che non capisco

Col passare del tempo, sono sempre più le cose che non capisco.
Probabilmente sto diventando sempre più tonto.

Ma andiamo in ordine sparso..

SIAE. Recentemente giornali e blog hanno discusso diffusamente della decisione della Siae di pretendere il pagamento di una tassa (loro la definiscono più graziosamente remunerazione del lavoro creativo in tutte le sue forme) da parte di quei siti che offrono la visione di trailer. E' chiaramente una vaccata. E giustamente i gestori di tali siti in gran parte hanno deciso di cancellare tali trailer dalle proprie pagine.
La Siae è insopportabile. E anche piuttosto stupidina. C'è chi sulle malefatte dell'Ente ci ha costruito delle sapide inchieste.
Nel nostro piccolo, tempo addietro, volendo fare le cose per bene ci siamo rivolti al più vicino ufficio Siae per versare i diritti per quel minimo di musica di sottofondo che sarebbe stata diffusa per circa mezz'ora nel corso di un evento organizzato per un cliente. Visite, telefonate e alla fine il verdetto. 11, 47 euro. Sicuramente più di quanto è costato a noi in termini di tempo. Ma di questo alla Siae può anche fregarle nulla. Il fatto è che sicuramente anche a loro gestire la pratica è costato molto più di 11,47 euro. E come modello di business mi sembra, diciamo così, che necessiti di una revisione.
Peraltro, conosco gente che, consapevole del fastidio insito nel trattare con la Siae preferisce lasciare perdere e rischiare la visita di un ispettore. Tanto la sanzione costerà meno della somma di tassa e tempo.

Ma torniamo a noi. Cosa non capisco della Siae?
Non capisco perché io debba pagare una tassa (che la Siae definisce più graziosamente equo compenso) su ogni penna Usb, hard disk (e quindi su ogni computer)  Cd o Dvd per il semplice fatto che "potrei" su quel dispositivo registrare materiali protetti da diritto d'autore. Che sarebbe un po' come imporre a tutti coloro i quali acquistano un'autovettura di trascorrere 6 ore in carcere(equa punizione o equa riabilitazione, a seconda di come uno la pensa) in quanto quell'auto potrebbe essere utilizzata per compiere una rapina (se qualcuno a questo punto stesse iniziando a pensare "minchia che paese di nani", lo tranquillizzo subito; una tassa simile esiste in molti Paesi del mondo. Le major sono molto forti, non come una volta, ma forti).
Soprattutto mi riesce difficile capire per quale motivo qualcuno (autori ed editori iscritti alla Siae e la Siae stessa) debbano ricevere da me del denaro (fatto che mi irrita non poco)s olo perché ho acquistato un hard disk sul quale archiviare le mie foto, scattate con la mia fotocamera, nel mio tempo libero.

E una domanda mi sorge spontanea. Se ho pagato il compenso per copia privata (equo, sia chiaro), a logica, sul mio dispositivo potrei registrarci (equamente) quel che voglio, anche materiali protetti da diritto d'autore e duplicati "illegalmente". O no?

RAI.  Non capisco per quale motivo, se nella mia sala riunioni anziché appendere un telo per proiezione motorizzato su un lato e un proiettore sull'altro appendo un televisore  da 52 pollici (semplici monitor di queste dimensioni non ne esistono o se esistono costano uno sproposito), televisore sprovvisto di decoder e quindi del tutto inadatto a visualizzare programmi tv di alcun genere, che viene utilizzato esclusivamente collegato ad un pc per mostrare presentazioni powerpoint e tutto quelle cose che normalmente si mostrano su un telo per proiezioni, io debba versare un canone alla Rai medesima. A logica.

Mi fermo qui, ma poiché le cose che non capisco sono molte, tornerò presto sull'argomento.


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