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sabato 19 novembre 2011

Un problema di educazione

18.30 di un banale, nebbioso sabato novembrino milanese.
Incrocio.
Il semaforo passa sul verde e svolto a destra.
Mi fermo per via di un pedone che attraversa, sulle strisce, col verde. È una signora anziana, col bastone, non rapidissima nell'avanzare.

Quello dietro di me si appoggia al clacson. Non una, non due, tre volte. Sono abbastanza di buon'umore per cui mi limito a concedere 30 secondi di libera uscita al camallo che è in me. Chiaro, se gli insulti fossero adesivi lui, il guidatore deel'auto dietro di me - proverebbe un certo imbarazzo nel mostrarsi in pubblico per i prossimi anni. Come pure tutti i suoi parenti fino al terzo grado.

Ecco, in momenti come questo mi rammarico del fatto che mi sia stata impartita una certa educazione. Sarebbe bello, di tanto in tanto, essere uno di quelli che scendono dall'auto, si avvicinano a quella che segue, aprono la portiera e senza dire una parola ammollano uno sganassone in mezzo agli occhi.

Ma no per cattiveria. Per vedere cosa c'è dentro.

2 commenti:

milo temesvar ha detto...

nel caso però decidessi di farlo, al processo puoi contare su un testimone a favore.

SuperG ha detto...

Sì, purtroppo mi hanno educato a non essere troppo curioso e quindi a guardare cosa c'è dentro mi sento sempre un po' a disagio. Ma magari potrebbe essere un'attenuante. Cmq grazie per il suporto