Oggi, sul Corriere, Sergio Rizzo, commentando il disservizio offerto ieri dai server dell'Istat a chi intendeva compilare il censimento online, dice (cito a memoria):
Sarebbe però ingiusto prendersela con l'Istat. E' il sistema Paese nel suo insieme che non funziona.
Che il sistema Pese sia quello che è non ci sono dubbi. E nemmeno sul fatto - come dice Rizzo - che in Italia la banda sia meno larga che in molte altre nazioni europee. Né sul fatto che i proclami governativi siano rimasti proclami e le 3I lasciamo perdere.
In questo caso, però, temo che il sistema Paese abbia poche responsabilità e qualcuna in più ce l'abbia l'Istat.
Non ci voleva molto a immaginare che se Istat ingaggia una potente multinazionale delle PR per comunicare al mondo intero che, come nei Paesi più progrediti, gli italiani potranno compilare il censimento online, qualche decina di migliaia di italiani ci proverà, soprattutto il primo giorno. E se al capo dell'IT dell'Istat non gli danno i soldi (immagino) per acquistare i servizi dell'azienda citata nell'articolo (Akamai, giusto per non fare nomi, dato che è nostra cliente) e che permetterebbero di affrontare in sicurezza l'attacco contemporaneo di migliaia di utenti ansiosi di censirsi, il server (quello dell'Istat), poveretto, è chiaro che da solo non ce la fa.
Anzi, dirò di più, è una fortuna che la banda non sia larghissima e il 50% dei maschi adulti non sappia usare il pc. Altrimenti, ieri, i server dell'Istat sarebbero schizzati in orbita...
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5 giorni fa
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