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sabato 29 ottobre 2011

Quisquilie

Questa sera, di ritorno dall'ufficio (sul tardi, giacchè verso le 5 mi ha chattato il boss di un'agenzia inglese nostra amica dicendo che c'era a Milano il VP of marketing di un'azienda sua cliente, al quale avrebbe fatto piacere incontrarmi. Essendo stata fino a quel momento una delle giornate più pallose dell'anno, spesa interamente a fare conti, ci siamo dati appuntamento per le 6 e mezza).
Spesa equivalente di 3 sacchetti eseguita alla velocità della luce. Ma con una certa cura.
Mi avvio verso l'uscita coi miei tre sacchetti nel carrello. Qui la procedura è la seguente:
si appoggiano i sacchetti su una panchetta
si riposiziona il carrello recuperando la moneta
si raccolgono i sacchetti e ci si avvia
Nel mezzo, di norma, occorre dribblare quei clienti che per risparmiarsi un tragitto di meno di due metri vorrebbero appropriarsi del mio carrello in cambio della moneta che hanno già in mano. E non basta dire che no non gliela do, che si sembra stronzi. No, mi tocca spiegare che non è una moneta come tutte le altre la mia. E' un 500 lire a cui ho praticato un foro vicino al bordo per poterlo inserire nel portachiavi ed evitare di pietire una moneta grossa in cambio di due più piccole.

Insomma, sto per riavvicinarmi alla panchetta e dall'altra parte si avvicina un'anziana signora pensando ad alta voce "qui dietro dovrebbe esserci una panchetta. Ah, no, è occupata".
Non si preoccupi signora, sto andando via. le dico. Eh ma io sono piccolina non occupo tanto spazio.
Sì, lo vedo, ma me ne sto andando. Ma no, stia pure, tanto prendo poco spazio.
Pochissimo, me ne rendo conto, ma sto andando. Vabbè faccia un po' quello che vuole.

La gente è strana. Non tutta, ma molta.

1 commento:

milo temesvar ha detto...

indubbiamente.

(500 lire col buco, eh?)