La fase uno è completata e più o meno digerita. Dicono che serva per la ripresa economica, ma a me 'sta ripresa sta sembrando tutto meno che economica.
Ma tant'è, nei prossimi giorni il
Consiglio di Facoltà metterà mano alla fase due. Essendo uno che ama insegnare agli altri come dovrebbero fare il loro mestiere, chiaro che mi seccherebbe che qualcuno pensasse che sono il solo in Italia a non avere la sua ricetta per uscire dalla crisi.
Ce l'ho, è chiaro che ce l'ho. Da tempi non sospetti. Da tempi talmente non sospetti che non ho idea se possa servire a uscire dalla crisi, ma certamente aiuterebbe a rendere questo Paese lievemente più moderno. O quantomeno una dignitosa via di mezzo
tra un Paese moderno e Paperopoli.
In più la mia ricetta, sarebbe a
costo zero, il che di questi tempi non guasta.
Abolizione di tredicesima e quattordicesima mensilità.
Calma, non nel senso di cancellarle, anche se come datore di lavoro questa opzione avrebbe un suo fascino. Quello che intendo è semplicemente di ridistribuire il salario annuale su dodici mensilità, innovazione che avrebbe anche una sua logica giacché ormai da parecchio tempo in tutto il mondo occidentale si è stabilito che in un anno ci debbano essere dodici mesi. E vaglielo a spiegare a un inglese o un americano che in Italia le mensilità sono 14. Si sforza, ma fatica a capirlo.
A che servirebbe? Per cominciare a finirla con l'idea paternalstico-medievale che qualcuno (il datore di lavoro nel caso specifico) debba trattenere parte dei denari del dipendente per consegnarglieli, come fosse una mancetta, due volte l'anno, per fare i regali di Natale e portare la famiglia in villeggiatura.
Direi che i tempi sono maturi per consentire alle persone di disporre del loro denaro come preferiscono, di recarsi in vacanza quando desiderano e di acquistare ciò che vogliono quando vogliono.
Abolizione del TFR
Ridistribuito in busta paga pure lui. Il TFR era stato introdotto, mi dicono, affinché i lavoratori, alla fine di una vita di sofferenze, potessero finalmente acquistare la casetta in cui godersi serenamente l'inevitabile rincoglionimento.
Ma oramai la maggior parte degli italiani la casa l'acquista a 30 anni e ben pochi - nel settore privato - trascorrono l'intera vita lavorativa nella stessa azienda. E comunque, ai prezzi di oggi, con quaranta o poco più mensilità medie, per quanto rivalutate, vedo difficile riuscire ad acquistare anche solo un bilocale.
Non avrebbe più senso ricevere anche questa mensilità in busta paga e, magari, alleggerire il mutuo acceso a 30 anni? Le aziende si dispiacciono? Echissenefrega. Peraltro, per tutte le PMI avere in carico del denaro che viene rivalutato automaticamente più del rendimento che potrebbero ottenere da qualunque investimento, è più che altro un fastidio.
Pensione
Il modello deve essere contributivo? E allora che lo sia, ma davvero.
Hai versato 100 e la tua aspettativa di vita è di 80 anni? Se decidi di smettere di lavorare a 50 riceverai i tuoi 100 (più le rivalutazioni meno i costi di gestione) spalmati su 30 anni. Se preferisci ritirarti a 60 li riceverai spalmati su vent'anni. E così via.
Volendo strafare, azzarderei anche di lasciare libero il lavoratore di scegliere se versare il 40% (più o meno: il 9% a carico suo, il 29 a carico del datore di lavoro) del suo salario lordo all'Inps o gestirselo come meglio crede. Che so, acquistando BOT al 6% di rendimento, azioni, appartamenti, auto d'epoca, panetterie, criceti o qualsiasi idea gli passi per la testa: a 40.000 euro lordi l'anno, pari a circa 1900 euro netti mensili per 14 mensilità e a un costo pe ril datore di lavoro di quasi 55.000, sono oltre 15.000 l'anno quelli versati all'Inps. Più di 600.000 in 40 anni.
Basta sostituti d'imposta
Non sono convinto che questa sarebbe a costo zero. Però sarebbe divertente.
Perché non versare al lavoratore dipendente tutto l'intero salario lordo che gli spetta, senza alcun tipo di trattenuta, né previdenziale né fiscale?
Sarà poi lui, il dipendente, a versare all'erario le tasse dovute.
Vantaggi? Primo, il lavoratore avendo la consapevolezza della differenza tra quanto percepisce e quanto gli resta, sarà più incazzato e più vigile sul modo in cui i
SUOI denari verranno spesi.
Secondo, il lavoratore dipendente medio la smetterà di scassare i marroni con la fastidiosa tiritera di "noi cittadini onesti che paghiamo le tase fino all'ultimo euro". Lo dimostri, una volta messo nelle condizioni di potere essere "disonesto".
Deduzioni
Per quale motivo a me, come agenzia, non è possibile né conveniente lavorare in nero o pagare i fornitori in nero? Semplice, perché i miei clienti sono aziende per le quali rappresento un costo deducibile. Così come i miei fornitori mi devono rilasciare fattura affinché il relativo costo sia deducibile.
Non serve un genio allora per capire che se anche ai privati cittadini fosse data facoltà di portare in deduzione determinate spese per beni e servizi, tali cittadini sarebbero invogliati a richiedere fattura o scontrino. Se sulle stesse spese fosse possibile pure scaricare l'Iva, o addirittura questa venisse azzerata, saremmo alla perfezione.
Per due anni, poniamo, è possibile dedurre spese di ferramenta e panetteria. Per altri due, idraulici e lavasecco.
Prendiamo il caso di un idraulico con bassa propensione all'emissione di fattura e un cliente che paga un'aliquota del 27%. Per un intervento da 100 euro (121 con l'Iva) l'idraulico (poniamo anche lui con aliquota del 27%) tenderà a proporre 121 con fattura o 90 senza; il cliente accetta perché risparmia 31. L'idraulico va a nozze perché "guadagna" 17 (pagando il 27% di tasse su 100 gliene rimarrebbero 73, senza fattura gliene rimangono 90)
Ma se il costo dell'idraulico fosse deducibile e privo di Iva, il cliente pagante 100 risparmierebbe 27 euro di tasse. Che sarebbero però pagate dall'idraulico.
Danno per lo stato: zero. L'Iva non la incamera nemmeno ora e 27 euro di imposta li riceve comunque.
Guadagno per lo stato: zero. Nell'immediato. Ma se dopo due anni durante i quali ha emesso fatture per 100.000 euro l'idraulico torna a presentare dichiarazioni patetiche, se ne accorge anche Bambi che c'è qualcosa che non funziona.